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Microcredito: ora i poveri si ribellano

Sotto accusa i metodi e i tassi di interesse in crescita della Grameen Bank creata da Muhammad Yunus. Tre anni fa, anche chi non aveva mai sentito prima il suo nome inizio' ad ammirare Muhammad Yunus come una sorta di icona globale. Nella motivazione del Premio Nobel per la pace che ricevette nel 2006 con Grameen Bank, venivano sottolineati gli "sforzi per creare sviluppo sociale ed economico dal basso" e l'abilita' nel "tradurre una visione in azioni concrete a beneficio di milioni di persone, non solo in Bangladesh". Fu l’apoteosi del microcredito, diffuso a quel punto in oltre cento Paesi. Da allo­ra Yunus, il figlio di un orafo di Chitta­gong che si fece professore di economia e poi «banchiere dei poveri», per molti occidentali è diventato qualcosa di simi­le a un santo contemporaneo. Lui ci con­vive, nel suo studio al quarto piano del grattacielo di proprietà di Grameen Bank a Dhaka: non lo disturba neanche il so­spetto che questa venerazione sia

Le adozioni "vietate" dalla Romania: caso al parlamento europeo

Le adozioni «impossibili» dei minori dalla Romania in Italia sono da oggi un caso internazionale. Una petizione per sbloccare la causa è stata presentata al Parlamento europeo dalle associazioni Amnesty international e Save the children, con l'italiana Amici dei bambini (Aibi), che a Bruxelles ha coordinato il vertice appena conclusosi «La vita dopo l'assistenza», in collaborazione con la regione Emilia Romagna. La questione ruota attorno alla legge di Bucarest numero 273 del 2004, che ormai da 4 anni e mezzo ha interrotto il flusso delle adozioni internazionali dal paese dei Carpazi. Denuncia infatti il presidente Aibi Marco Griffini: «La Romania è l'unico paese al mondo ad aver fermato le adozioni. Dal momento che il suo governo non ascolta nemmeno i richiami dell'Onu, è necessario che gli Stati membri dell'Unione europea facciano quadrato per far ripartire le pratiche in sospeso». Ma stigmatizzazioni al comportamento delle istituzioni romene vengono pure dal dire

I Maoisti minacciano ripresa armi

I Maoisti nepalesi sono pronti ad imbracciare le armi. Lo ha detto alla stampa di Kathmandu Chakra Bahadur Thapa, uno dei leader del movimento guidato dall'ex primo ministro ed ex Primula Rossa dei ribelli Pushpa Kamal Dahal meglio noto con il nome di "Prachanda". L'annuncio è stato fatto durante una manifestazione di protesta dei maoisti a Banepa nel distretto di Kavre a 26 chilometri da Kathmandu, dove alcuni maoisti ieri sono stati assaliti e picchiati ed una sede del partito devastata da manifestanti infuriati contro le angherie dei giovani maoisti. Sagar, questo il nome di battaglia del leader maoista, ha detto che i suoi uomini hanno ancora le armi, non consegnate agli osservatori dell'ONU come d'accordo. Sagar ha anche avvisato il nuovo governo nepalese, nato dopo le dimissioni di Prachanda, di non prendere azioni contro i giovani maoisti, pena la guerra civile. I giovani del partito di Prachanda, durante le manifestazioni di oggi a Banepa, hanno preso

ADOZIONI. In Nepal non andrà nessun nuovo ente

Silenzio della Cai sulle nuove autorizzazioni, mentre Kathmandu fra tre giorni chiude la finestra per depositare le domande Adozioni in Nepal? Chi c'è, c'è e gli altri pazienza. Deve aver ragionato così la Commissione adozioni internazionali, scegliendo - nella riunione di giovedì 28 maggio - di non dare nessun segnale agli enti che a marzo, dopo due anni di blocco delle domande di estensione-paese, avevano chiesto l'autorizzazione ad operare in Nepal. Un silenzio che equivale a rinunciare al Paese, visto che l'8 giugno scadono i termini per presentare domanda di autorizzazione presso il governo di Kathmandu. «Rammarico» è espresso da Gianfranco Arnoletti, presidente del Cifa, uno degli enti che aveva fatto richiesta. «Si è persa un'opportunità, anche lo sviluppo è importante, non solo il mantenimento dell'acquisito. Il problema è che la Commissione dovrebbe aver presente queste scadenze, senza nemmeno che gli enti debbano fare pressioni». Anche Enzo B. aveva fa

Influenza suina: la Cina chiude le frontiere col Nepal

Kathmandu (AsiaNews) - La Cina chiude le frontiere con il Nepal. Dopo la vicenda della turista italiana, fermata in Tibet per il sospetto di influenza suina, le autorità di Pechino hanno sigillato il confine con il Nepal dove la donna aveva soggiornato prima di passare in Cina. I posti di frontiera di Sankhuwasabha, Rasuwa e Gorkha sono chiusi. Nepalesi e stranieri possono passare il confine solo a Tatopani con l’obbligo di indossare una mascherina. Le autorità sanitarie di Kathmandu affermano che il Paese “è ancora immune dall’influenza”. Interpellato da AsiaNews , il dr. Senendra Raj Upreti, direttore della Epidemiology and Disease Control Division del ministero della salute, ha affermato: “Abbiamo esaminato le aree del Nepal ritenute sospette dalle autorità cinesi ed anche altre possibili zone, ma non abbiamo rilevato nessun caso di influenza suina”. Il Paese ai piedi dell’Himalaya sta prendendo ogni precauzione per evitare che il virus H1N1 sbarchi anche in Nepal dato che i suoi

Adozioni internazionali.. più bambini accolti nel 2008

Nel 2008 sono stati 3977 i bambini accolti in Italia tramite adozioni internazionali, con un incremento del 16,3% rispetto all’anno precedente: questi alcuni dei dati che emergono dal Rapporto della Commissione per le Adozioni internazionali per l’anno 2008. Il rapporto è stato presentato il 20 gennaio a Palazzo Chigi nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il Sottosegretario di Stato per l’informazione, la comunicazione e l’editoria, Paolo Bonaiuti, e il Sottosegretario di Stato per la famiglia, la droga e il servizio civile, Carlo Giovanardi. In ambito internazionale, l’Italia nel 2007 si è collocata al terzo posto dietro Stati Uniti e Spagna. Cresce, quindi, la capacità di accoglienza delle famiglie italiane, anche riguardo ai bambini più grandi o a fratelli: lo Stato assicura il suo sostegno grazie ad un rimborso, nei limiti indicati dalla normativa, delle spese sostenute per il viaggio e il soggiorno ed un sistema di deduzione fiscale. Il 2008 è stato un anno reco

AiBi rilancia la campagna per la gratuità per le ADOZIONI

Già raccolte 10mila firme Lo sappiamo tutti, l'adozione internazionale costa. Oltre alle difficoltà del percorso, una coppia che si rende disponibile ad accogliere un bambino senza famiglia deve infatti mettere nel bilancio una cifra che varia tra i 6mila e i 25mila euro. L’adozione diviene così un costoso atto d’amore, un privilegio per pochi. Per questo già nell'autunno 2007 gli enti autorizzati alle adozioni internazionali ma anche molte associazioni familiari avevano dato vita a una grande campagna per chiedere la gratuità dell'adozione internazionale. Due le cordate partite, L'adozione non ha prezzo e No price for children, poi confluite in un'unica raccolta firme che aveva incassato l'appoggio esplicito del presidente Napolitano e portato il ministro Bindi a varare il bonus di 1200 europer chi aveva adottato nel 2007. Ora AiBi rilancia la campagna che - precisa - in realtà non si è mai fermata. Sul sito infatti, anche in questi mesi, hanno continuato a pio