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Frattini: «Siamo pronti a cancellare il debito»

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«L'Italia ha già dato una prima disponibilità e ha impegnato quasi 5 milioni di euro» per gli aiuti ad Haiti. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che ha annunciato che l'Italia è pronta a cancellare il debito di 40 milioni di euro che Haiti ha nei nostri confronti. Frattini ha preso parte nel pomeriggio ad una conferenza telefonica con la Presidenza di turno dell'Unione Europea per discutere dell'impegno della comunità internazionale in vista della riunione straordinaria degli Ministri dell'Ue con delega allo Sviluppo, che si svolge oggi a Bruxelles. Come si legge in una nota della Farnesina, è stata ribadita la centralità del coordinamento tra i Paesi dell'Ue per massimizzare l'efficacia degli interventi, nonché l'essenzialità del contributo delle Nazioni Unite, riconoscendo il ruolo assolutamente primario che gli Stati Uniti esercitano nella gestione dell'emergenza. L'Italia ha fatto la sua parte - ha informato Frattini - att

Nepal: cominciata liberazione bambini soldato ex maoisti

È cominciata oggi in Nepal l'operazione di liberazione degli ex bambini soldato che si trovavano nei campi maoisti sparsi per il paese. Lo riferisce l'agenzia Nepalnews. Oltre 200 ex baby combattenti sono stati liberati stamattina dal campo del Maoists' People's Liberation Army (PLA), l'esercito degli ex ribelli maoisti, a Sindhuli, nel sudest del paese, dal campo di Dudhali. L'operazione è gestita dall'ufficio nepalese delle Nazioni Unite che si avvale della collaborazione di alcune organizzazioni non governative. Una cerimonia speciale, con saluti e benedizioni, ha segnato la partenza dei 201 baby soldato, tra gli oltre 500. Sono più di 4'000 gli ex soldati dell'esercito maoista che hanno gettato le armi, compresi i bambini. Tutti questi dovranno essere riabilitati alla vita civile, grazie anche ad aiuti sia delle Nazioni Unite che degli stessi maoisti. Ad ogni ex bambino soldato sono stati dati soldi, abiti civili e documenti di identità, prima di

Nepal, massacrati 20 mila bufali Sacrificio rituale di massa in Nepal

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KATHMANDU - Fra inutili proteste di animalisti venuti da varie parti del mondo, 20.000 bufali sono stati sacrificati a Bayapur, nel distretto nepalese di Bara, in nome di Gadhimai, dea hindu della potenza ritenuta assetata di sangue. Lo sgozzamento di massa dei bufali, scrive oggi il portale Nepalnews , è cominciato dopo che il custode del tempio di Gadhimai, Mangal Chaudhary, ha eseguito il «Panchabali» (sacrificio di cinque animali: topolino bianco campestre, maiale, piccione, capra e bufalo) ed il «Narbali» (sacrificio umano, simbolizzato dalla rottura di una noce di cocco previamente riempita di sangue donato da volontari). Successivamente, di fronte a decine di migliaia di persone provenienti da Nepal e India, 250 persone hanno cominciato il rito sacrificale dei 20.000 bufali offerti dai fedeli affinchè la dea Gadhimai esaudisca i loro desideri. Complessivamente in tutto il Paese in questa due giorni vengono sacrificati qualcosa come 300.000 animali. Il Gadhimai è in effetti il f

Airbus: Nuovi Ordini Da Air Austral e Nepal Airlines

Nuovi ordini per Airbus da Air Austral e Nepal Airlines. Nello specifico, Air Austral ha ordinato due aeromobili A380, mentre Nepal Airlines ha siglato una lettera d'intenti per l'acquisto di un A320 e di un A330-200.

Nepal: maoisti in piazza contro il governo

Imponente protesta in Nepal intorno ai palazzi governativi di Kathmandu. Migliaia i ribelli maoisti in piazza, che hanno dato luogo alla più grande mobilitazione degli ultimi mesi. La polizia avrebbe risposto con la forza, ricorrendo a bastoni e gas lacrimogeni. Vincitori delle ultime elezioni, i maosti avevano lasciato il governo a maggio, in seguito alle mancate dimissioni del capo delle forze armate. “Questa manifestazione è per il popolo – dice dalla piazza l’ex primo ministro Pushpa Kamal Dahal -. Per difendere i suoi diritti e ripristinare la sovranità popolare”. Uscito soltanto nel 2006 da una guerra civile durata 10 anni, il Nepal sta ora vivendo una nuova fase di grande instabilità. I comunisti si erano affermati nel 2008 come forza politica di maggioranza. Una volta al potere, con una riunione straordinaria dell’Assemblea, avevano approvato l’abolizione della monarchia e l’adozione di una forma di governo repubblicana.

Nepal: il tiraemolla dei maoisti

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Forse il Governo nepalese rinuncerà alla riunione prevista a Gorak Sheep, il pianoro sabbioso alle pendici del Monte Everest (Sagarmatha). Un bene anche perché per arrivarci avrebbero dovuto muovere stormi di elicotteri e, forse, a 5300 metri qualche ministro avrebbe tirato le cuoia. Era un modo per spettacolarizzare la crisi dell’ecosistema himalayano (inquinamento, ritirata dei ghiacciai, disboscamento, nubi tossiche) e raccogliere un po’ di soldi dalla nuova moda in voga nella cooperazione internazionale: i cambiamenti climatici. In realtà, l’ecosistema himalayano è messo in difficoltà dall’uomo che produce inquinando (Cina e India), migra per vivere (villaggi nepalesi), affolla le montagne senza controlli (turismo). Su nessuno di questi fattori, penso, il governo nepalese (né gli altri in realtà) possono e vogliono intervenire. E’ già successa una mezza rivoluzione per il solo blocco al traffico di un pezzo di Thamel a Kathmandu, figuriamoci per cose più importanti. Come il bilanc

La decisione dopo le pressioni degli ambasciatori stranieri

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Secondo quanto riferito dagli organi di stampa nepalesi i maoisti avrebbero deciso di revocare lo sciopero generale e le manifestazioni di protesta che avrebbero dovuto bloccare o limitare in modo pesante le attività dell'aeroporto di Kathmandu. La decisione sarebbe stata presa dopo le pressioni e le richieste degli ambasciatori stranieri presenti nel paese e dei funzionari dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. I maoisti hanno subito accettato le richieste considerando che i trasporti sono importantissimi per lo sviluppo turistico della zona . Il turismo, infatti, è il settore più importante dell'economia nazionale. Fonti locali, però, fanno sapere che un gruppo di maoisti sarebbe ancora davanti alla cittadella amministrativa senza dare la possibilità di ingresso ai dipendenti. Il governo per ristabilire l'ordine ha mandato nelle città del Paese un totale di 5000 uomini.