Convenzione dell’Aja sui diritti dei minori abbandonati: perfino la Grecia ratifica e l’Italia resta ultima

Nonostante si trovi in gravissima emergenza, la Grecia trova il tempo e i numeri per mandare a segno la ratifica della Convenzione dell'Aja del 1996 su tutela e protezione dei minori. Martedì 7 febbraio il Paese ha depositato il proprio documento di ratifica, diventando così il 34mo Paese contraente. Risaliva al 2008 la decisione n. 431/CE con la quale l'Unione Europea invitava gli Stati membri a procedere con i lavori di ratifica entro la scadenza del 5 maggio 2010. Nello scenario europeo la Grecia era rimasta l'ultimo Stato, assieme all'Italia, a non aver depositato ancora alcuno strumento di ratifica.

È significativo che un Paese come la Grecia, in grave urgenza economica e in piena crisi di governo, sia riuscita a dare attenzione ai diritti dei minori e all'emergenza dei figli fuori famiglia. Se la Grecia ha trovato, in una simile congiuntura, la volontà politica e i tempi di lavoro utili a un'importante passo di livello internazionale, il silenzio dell'Italia resta senza scuse. Sono state numerose le interrogazioni parlamentari a favore della ratifica ma nonostante tutto l'Italia non ha ancora ratificato la Convenzione.

Qual è l'importanza della Convenzione? La sua applicazione consentirebbe di dare risposte soprattutto al riconoscimento dei provvedimenti di kafala e quindi dare la possibilità di trovare una famiglia a migliaia di bambini dei Paesi del Mediterraneo come Marocco, Algeria, Tunisia ed Egitto, altrimenti condannati a un'infanzia negli Istituti o per le strade. Inoltre grazie alla Convenzione anche l'Italia avrebbe finalmente gli strumenti per intervenire a favore dei minori provenienti da Paesi colpiti da catastrofi naturali, da emergenze umanitarie, dallo scoppio di conflitti armati.

Sia il Governo Monti a portare a compimento il processo di ratifica della Convenzione, restituendo attenzione ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. La stessa attenzione sulla quale i precedenti governi non avevano agito con volontà politica precisa.


Fonte : AiBi

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