Adozioni, in Italia cresce la domanda

L’età media dei bambini adottati tra gennaio e giugno 2009 è di 5,58 anni, in linea con il dato registrato nei precedenti monitoraggi. In particolare il 42,7% dei minori adottati ha un’età compresa tra i 5 e i 9 anni, il 36,8% tra 1 e 4 anni, il 12,8% è pari o superiore a 10 anni e l’8,6% è sotto l’anno di età. I minori provenienti da Paesi Europei giungono in Italia con un’età in media più alta: 8,36 anni per l’Ungheria e 8,18 per l’Ucraina. Sono seguiti dal Cile e dal Brasile. Le età di adozione più basse, invece, provengono dal Vietnam, Cina, Kazakistan, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo. Qual è il motivo? Per queste ed altre domande specifiche è intervenuto il dott. Antonio Fatigati, Presidente di una delle Associazioni Onlus che si occupa di adozioni (“Genitori si Diventa”), che ci ha aiutato ad approfondire alcuni aspetti del fenomeno in questione.

Dottor Fatigati, come mai i bambini più grandi di età provengono per lo più da Europa Orientale e dall’America latina?

Probabilmente si tratta di una questione situazione sociale e “locale”. Mi spiego meglio: nei Paesi più in difficoltà le adozioni riguardano bambini più piccoli. Inoltre, nei Paesi dell’Europa orientale approda molta domanda delle coppie occidentali, spesso, anche se non sempre, per una questione di somiglianza etnica. Ciò aumenta la domanda e produce un progressivo innalzamento dell’età dei bambini abbinati.

Che provenienza hanno i genitori adottivi?

La provenienza delle coppie adottive è distribuita abbastanza equamente tra le regioni italiane. Tuttavia, se si da uno sguardo ai dati statistici (relativi al 2003, ma ancora significativi) si può ben vedere che le regioni con il più alto numero di domande per 100.000 residenti sono il Molise e la Basilicata, oltre alla Lombardia e al Veneto. Una delle causa è sicuramente da attribuire ad uno stipendio più elevato delle coppie adottive, ma non è solo questo. Nel caso del Molise e della Basilicata, infatti, le ragioni dipendono anche dal tessuto sociale, dalla presenza sul territorio di Enti, di centri adozione e di associazioni familiari. 

Ci sono alcuni casi di 5 fratellini in famiglia. Cosa spinge secondo lei i genitori adottivi ad accogliere più bambini?

Credo sia un segno di grande civiltà non dividere i fratelli. Se le pluri adozioni aumentano significa che Enti e Paesi hanno capito che occorre cercare coppie in grado di farsi carico delle relazioni di fratellanza pre-esistenti. Adottare più fratelli significa aver compreso il senso autentico dell’adozione, che non è soddisfazione del bisogno degli adulti, ma dei bambini.

I tempi di attesa dei bambini adottati sono abbastanza lunghi, 18 mesi circa se non di più. Quali sono i motivi principali per i cui ci sono delle difficoltà nella pratica di adozione?

Non credo che ci siano difficoltà. Secondo me l’adozione è l’ultima spiaggia per aiutare minori abbandonati. Servono genitori convinti e capaci, anche di tollerare lunghe attese. In fondo potrebbe anche darsi che di loro non ci sia bisogno. E’ una disponibilità che si da, non un diritto che si avanza.

Un’ultima domanda. Ci sono pochi aiuti finanziari a chi adotta bimbi disabili. Sebbene la legge 149/2001 preveda un sostegno economico a genitori che adottano bambini disabili o più grandi dei 12 anni di età, solo il Piemonte è intervenuto in questo senso. Potrebbe aiutarci a capire il motivo?

La risposta per me è semplice. Le risorse finanziarie dovrebbero essere per le famiglie con figli disabili, non per chi adotta bambini disabili. L’adozione è una forma di genitorialità, non un’azione umanitaria.

Grazie per l’intervento. Grazie a voi.


Fonte : http://www.wakeupnews.eu

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