Scoperto un traffico internazionale di neonati

La "fabbrica di bambini" celata in una clinica per la maternità a Enugu, porta all´attenzione del mondo l´orrore e le dimensioni del traffico di esseri umani, uno dei primati più tristi del Paese africano. La clinica è stata scoperta lo scorso maggio, ma solo nei giorni scorsi i responsabili della Naptip, l´Agenzia nazionale per il bando del traffico di esseri umani, ne hanno dato notizia.Erano state alcune ong della zona a sollevare sospetti sulla clinica, troppo silenziosa e tranquilla durante il giorno. E in effetti i neonati non restavano a lungo nell´edificio, venduti per cifre tra i 2000 e i 3500 euro a donne che non volevano sopportare l´onta dell´infertilità, inconcepibile per la società nigeriana, o destinati al traffico di organi alimentato dalle superstizioni e la stregoneria. La responsabile della sezione locale della Naptip, Ijeoma Okoronkwo, ha dichiarato all´agenzia France Press. «Riteniamo che esistano molte cliniche come questa, e che vi sia una rete che le collega. Le dimensioni del traffico di bambini sono enormi e hanno scopi che non sempre riusciamo ad individuare». L´agenzia creata nel 2004, a due anni dall´approvazione della legge nigeriana contro ogni tipo di traffico umano, ha scoperto che centri di accoglienza per donne, orfanotrofi e cliniche spesso nascondono proprio queste fabbriche di bambini, dove le donne sono tenute in schiavitù e violentate perché partoriscano quanto più possibile.Secondo i rapporti dell´Unicef e dell´Organizzazione internazionale per il lavoro, in Nigeria ogni giorno vengono venduti almeno 10 bambini e il paese è «fonte, transito e destinazione» di traffico di esseri umani. Oltre al commercio di neonati per il mercato interno e internazionale delle adozioni illegali, un numero enorme di bambini tra i 4 e i 12 anni viene venduto a paesi quali Gabon, Camerun, Benin e Arabia Saudita. Le autorità hanno anche individuato campi di transito dove i piccoli schiavi vengono riuniti prima dello smistamento, spesso venduti da genitori di zone poverissime che ottengono in cambio fino a 130 euro, cifre per loro enormi. Tra le destinazioni finali c´è anche l´Europa: Italia, Spagna e Olanda sono tra le nazioni citate dai rapporti di Unicef e Ilo come Paesi di arrivo dei piccoli. Negli ultimi anni la Nigeria ha deciso di collaborare con le agenzie internazionali per combattere il traffico di bambini: proprio lo scorso giugno l´Unione europea ha finanziato con un milione di euro un progetto di 24 mesi dell´Organizzazione internazionale del lavoro, finalizzato a combattere il commercio di esseri umani. Tuttavia perché le cose cambino ci vuole un mutamento profondo di tipo economico, culturale e sociale in Nigeria, dove, nonostante l´inasprimento delle leggi, è ancora normale per le classi abbienti comprare bambine da usare per i lavori domestici, piccole donne sulle quali i padroni ritengono di avere ogni diritto.

Tratto da: LA REPUBBLICA

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