La nostra storia (2°parte)


La scala
Arriva il fatidico giorno e noi, con gli occhi gonfi (per non aver chiuso occhio un solo istante) ci rechiamo nella sede dell'associazione.
Arrivati là, la prima coppia di amici aveva già fatto l'incontro con Gigi (il responsabile dell'associazione), escono da quella stanza piangendo dalla gioia, poi sarebbe toccato a uno di noi, ci chiamano insieme, si le due coppie insieme, che felicità..., purtroppo, per un intoppo burocratico a noi viene chiesto di attendere qualche giorno, perchè si sono accorti che nella documentazione....qualcosa non và. Avevamo organizzato la cena in pizzeria per festeggiare, ma sembriamo tutti e sei un pò rintronati, loro per la bella notizia tanto sospirata, noi...vabbè ci siamo capiti.
Tempestiamo di telefonate l'ente nei giorni a venire, chiedendo spiegazioni e sopratutto celerità, perchè arrivare ad un passo dal conoscere tuo/a figlia e poi non riuscire a concretizzare è veramente DUROOOOO. Intanto il biglietto aereo, è stato emesso anche per noi, come si era stabilito, ma....manca l'abbinamento. Le due coppie di amici finalmente partono, purtroppo senza di noi perchè non si era riuscito a sapere nulla del nostro destino. Scorgiamo un tremendo imbarazzo da parte delle due coppie di amici (comprensibilissimo) l'idea di affrontare questa esperienza in tre, e poi per cause "BUROCRATICHE" lasciarne a piedi una, coglie di sorpresa.
Arrivati in Nepal, ci chiamano e rimaniamo in contatto per tutta la loro permanenza, ci chiedevano in continuazione se ci fossero state novità circa il nostro abbinamento ma , niente.
Rientrano da questa fantastica esperienza ci raccontano telefonicamente tutta l'emozione che si prova nell'abbracciare tuo/a figlio/a, ma non riusciamo a percepirlo subito, perchè il nostro stato d'animo non è dei più allegri.

Un bel giorno.....mi trovavo in ufficio, squilla il telefono, leggo il mittente ....Luigi ecc.
Si blocca il respiro ed il battito cardiaco accelera come una monoposto su di un rettilinio dei un circuito di gara.....dovevo rispondere, volevo rispondere. "Pronto ? ....potete venire in sede che dobbiamo parlarvi?" Ho solo risposto: "se devi dirmi belle cose si altrimenti lasciamo perdere", naturalmente erano belle cose, anzi più belle di quanto potessimo aspettarci.

"Allora, siamo riusciti...si chiama Susma ed ha 2 anni e mezzo" , la foto era mal fatta per via della qualità della macchina foto, ma lei la illuminava a giorno, non avevamo mai visto una bimba così bella. Sarebbe stata nostra figlia... Dio non poteva farci un dono migliore.
Ora si trattava di capire i tempi che trascorrevano da quel momento alla partenza.
Una settimana dopo eravamo sul volo per kathamandu, Torino-Monaco-Delhi-Kathmandu. Fortunatamente B. conosce l'inglese, perchè io ho a malapena qualche nozione scolastica (anche meno).
L'aeroporto di Delhi è un ....non trovo l'aggettivo meglio così, oltretutto soli io e B. senza visto, solo possibilità di transito.
Finalmente arriviamo a Kathmandu, un muro di gente fuori dall' aeroporto ci attende per portarci i bagagli e strapparci mance, ….lì capiamo la vera povertà, ragazzini, bambini e adulti di tutte le età che si offrono da portantini litigando tra di loro per decidere chi ti aveva visto per primo. Troviamo finalmente il nostro autista (chiamiamolo così), che poi sarà da noi rinominato Santa claus per via dell'assonanza al suo nome impronunciabile, il quale ci accompagna all'hotel.
Trascorriamo la serata in albergo, cena e poi nanna, l'indomani saremmo andati a conoscere la nostra piccola Susma.
Al mattino una persona dell'albergo ci comunica che intorno alle 10,00 sarebbe venuto B.(uno dei ragazzi che si occupano dei bambini) a prenderci, per accompagnarci in istituto.
Puntualissimo, arriva e ci chiede informazioni sul viaggio, poi ci chiede di seguirlo a piedi.
Dopo qualche minuto che camminavamo gli chiediamo, se fosse ancora distante, lui sorridendo
dice che è vicino che ci sarebbe voluto ancora "soli" 25 minuti a piedi. Io che non ho camminato 25 minuti di fila in tutta la mia vita stavo per svenire alla notizia, poi in realtà abbiamo avuto modo di parlare un pò ed il tempo è volato.
Ok ci siamo, siamo davanti all'istituto che tante volte avevamo visto nei filmati delle altre coppie, sembra più grande, entriamo "namasteee" ci accoglie il direttore dell'istituto Mr. T., il quale ci fa accomodare nel suo ufficio per definire alcune faccende burocratiche e chiede qualcosa a B..
Ad un certo punto..........mentre firmavamo non sò neanche cosa,..........entra uno dei ragazzi, mano nella mano a questa meravigliosa creatura, che a testa bassa dalla timidezza, si avvicina a me e appoggia la sua schiena sul mio petto mentre ero in ginocchio ad accoglierla. La sensazione che in quel momento mi ha avvolto e percorso il corpo, è di gelo intenso (c'erano circa 30°), non conosco la sensazione che prova un genitore biologico nel momento del parto, ma se è paragonabile a quella che abbiamo vissuto noi….., bè capisco ora.
B. era distratta perchè era l'ultima a dover firmare. Quando realizza che sono in ginocchio e vede Susma, si prostra anche lei alla cucciola e ci stringiamo a lei senza piangere perchè altro non ci avevano raccomandato, ed iniziamo a fare conoscenza. Lei è semplicemente dolcissima, in istituto la considerano una principessina, per via della vocina e dell'aspetto fisco minutino , inolte la chiamano Susmì in modo affettivo. Da li a poco iniziamo a ridere ed a giocare insieme.
Avevamo fatto dei piani per la videocamera, come e quanto avremmo filmato l'evento, ma in quei momenti non ricordavamo bene neanche il nostro nome per cui non abbiamo filmato l'incontro.
Siamo stati con lei tutti i giorni della settimana nonostante B. avesse contratto un'infezione intestinale con febbre a 39, ma chi se ne frega diceva, io voglio stare con mia figlia.
Così abbiamo fatto, uscivamo alle 9,00 circa dall'albergo per andare al "NAMASTE SUPERMARKET", li si compravano 4 o 5 borse di succhi di frutta, bibite, biscotti, caramelle, giocattoli di tutti i tipi, palloncini e molte altre cose, dopodichè ci avviavamo all'istituto.
Quei cinque giorni sono volati,saremmo dovuti rientrare.
Come potevamo lasciare S. là, e partire senza di lei ? L'ultimo giorno è stato duro, S. è stata preparata all'evento, infatti appare triste, non ha molta voglia di giocare, vuole solo stare in braccio a noi due.
Abbiamo tenuto un organetto nello zaino fino alla fine per distrarla nel momento della partenza, ci ha giocato un pochino, mentre noi inforcando gli occhiali neri la baciavamo e la stringevamo forte forte a noi, e ce ne andavamo con un melone in gola...
Non ti girare !! dicevo a B. mentre ci incamminavamo per la via del ritorno, ma lei che non mi ascolta mai si volta e vede S. sul muretto della terrazza, che con la manina faceva ciao........AIUTOOOOOOOO
Il volo di rientro lo abbiamo fatto quasi senza fiatare con l'immagine di S. che ci salutava da quella terrazza.


continua ...................

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